Il meteo e le previsioni del tempo

STORIA ED EVOLUZIONE DELLE METEOROLOGIA
Le previsioni del tempo o previsioni meteorologiche fanno parte di quella branca della fisica che studia l’atmosfera e il “tempo atmosferico” in un tempo futuro. Già da tempi remoti, a partire dall’antica Grecia, gli esseri umani si sono prodigati a comprendere le ragioni e i meccanismi alla base di un temporale, dell’avanzare delle nuvole, di un lungo periodo di siccità. Una lunga sfida, quella dell’uomo nei confronti della natura imprevedibile, che ha messo le basi per gli studi nel campo della meteorologia.

Per quanto imprevedibile che sia, una previsione del tempo si effettua a partire da una notevole raccolta di dati climatici e atmosferici, di tipo quantitativo, suddivisi per località. Vero è che rispetto al passato l’affidabilità di una previsione del tempo è di gran lunga aumentata: si parla di una affidabilità del 70-80% per i primi due giorni di previsione, che tuttavia scende al di sotto del 50 % per i giorni successivi.

Ad oggi, il limite di predicibilità atmosferica con una certa affidabilità si attesta intorno ai 6,5 giorni. La sfida degli esperti nel settore, per il futuro, è quella di estendere l’intervallo di previsioni atmosferiche ad intere stagioni. Molto dipende dalla quantità e dalla qualità dei dati raccolti e per previsioni su scala stagionale è necessaria una mappa completa dei punti di rilevamento sul globo, più fitta e dettagliata, e soprattutto serve un modello numerico avanzato.

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TERMINOLOGIA E DEFINIZIONI
I VENTI
Osservando le previsioni del tempo, in televisione e su internet, spesso ci si chiede il significato di alcuni simboli o di alcuni termini. Prima di tutto, sulla carta geografica si possono osservare diverse linee chiamate “isobare”.

Queste rappresentano i punti a uguale pressione, e riportano un numero che rappresenta il valore di pressione rilevato. Comprendere quali sono le isobare è strettamente correlato a capire come cambiano e si evolvono i venti, generati proprio dalla differenza di pressione atmosferica.

Le zone di alta pressione si chiamano “anticicloni”, caratterizzati da un tempo stabile e sereno e da un valore di pressione atmosferica pari al massimo 1050 mbar. Le zone di bassa pressione di chiamano, invece, “cicloni” e sono caratterizzate da un tempo incerto e da un valore di pressione atmosferica pari al minimo 940 mbar. I venti si spostano da zone di alta pressione verso zone di bassa pressione, in senso circolare, e non perpendicolare, perché soggetti alla rotazione del pianeta.

I FRONTI
Sulle cartine geografiche si individuano anche alcune linee rosse con semicerchi direzionali e linee blu con triangolini direzionali: queste indicano, rispettivamente, i “fronti caldi” e i “fronti freddi” delle previsioni del tempo.

Un “fronte” altro non è che una corrente di aria calda o fredda, le quali incontrandosi e scontrandosi tra di loro generano annuvolamenti e temporali. Nel caso specifico: quando un fronte caldo ne incontra uno freddo tenderà a scorrere al di sopra di esso fino a che sarà raggiunto il punto di condensa e si formeranno le nuvole sottili e ad alte quote, chiamate “cirri”, che possono evolversi in strati più bassi e ampi e possono produrre lievi precipitazioni di breve durata (2-3- giorni).

Al contrario, quando è un fronte freddo a incontrare un fronte caldo, tenderà a infilarsi al di sotto di esso e a sollevarlo. Questo meccanismo scatena una forte instabilità, caratterizzata da forti moti convettivi che generano “cumulonembi temporaleschi”, quindi piogge intense e per periodi più lunghi.

Per visionare le previsioni del tempo si consiglia la consultazione su sito web di Sky Meteo

Author: Cristina

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