Danno da vaccino, quando chiedere risarcimento

In quest’ultimo periodo l’argomento vaccini suscita un vero vespaio. Allontanandoci però da quelle che sono le posizioni delle masse, pro vax, no vax, free vax, parliamo invece del danno da vaccino e come fare a chiedere un risarcimento. Tanto per cominciare diciamo subito che il danno da vaccino esiste, esiste ed è riconosciuto dalla legge n. 210/1992, Indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati.

Vaccini obbligatori e facoltativi, spetta comunque indennizzo

gardasilQuando si richiede il sacrificio del singolo per il bene della collettività, secondo l’art. 32 solo in caso di disposizione di legge, se questo trattamento provoca danni, si deve anche prevedere, come disposto dall’art. 2, una equa indennità. Posto che se per obbligo un bambino resta vittima di un danno vaccinale i genitori possono solo “accontentarsi” dell’indennizzo, ma devono comunque fare i conti col dolore straziante di un bambino danneggiato, come ci si deve comportare dal punto di vista legale per ottenere il risarcimento?

Partiamo subito col dire che il risarcimento non è automatico e fino a qualche tempo fa veniva erogato solo ai danneggiati da vaccinazioni obbligatorie, in seguito l’indennizzo è stato riconosciuto anche ai bambini danneggiati da vaccinazioni facoltative. L’iter comunque è difficile e arrivare a ottenere il risarcimento è tutt’altro che semplice. In pratica l’indennizzo viene riconosciuto come una sorta di risarcimento per il sacrificio estremo richiesto all’individuo dalla collettività.

A chi ci si deve rivolgere

Il primo passo, il più difficile, è quello di far riconoscere il danno da vaccino. Oggi purtroppo c’è molta omertà da parte di certi enti e strutture, per cui quando si riporta una reazione avversa in seguito a una vaccinazione è sempre molto complicato farla addurre alla vaccinazione. Per questo motivo i dati AIFA sono, alla luce dei fatti, scarni e probabilmente incompleti dato che molti medici si rifiutano di riportare, come dovrebbe essere per legge, le reazioni avverse.

Le reazioni avverse sono molteplici, basta farsi consegnare dalla Asl di appartenenza i bugiardini dei vaccini per farsi un’idea, fermo restando che si suddividono in reazioni rare, comuni e frequenti, così come in breve, medio e lungo termine. Una volta che si ottiene un nesso tra causa ed effetto, allora si può procedere con la richiesta di indennizzo, ma è sempre bene appoggiarsi a un legale, puoi informarti qui www.risarcimentifacili.com, che seguano tutto l’iter perché arrivare al riconoscimento del danno è un’impresa se non ardua, quanto meno complessa.

Dalla domanda alla Asl all’indennizzo

Si deve presentare quindi la domanda alla Asl di appartenenza che a sua volta invia la domanda  alla Commissione medica ospedaliera. Questa dunque convoca il facente richiesta per una visita e per esaminare tutta la documentazione raccolta. Quindi viene redatto il giudizio su quella che è la causa e l’effetto tra il danno e la vaccinazione, e questo passaggio è molto delicato. Il verbale viene quindi notificato al richiedente  e vi sono 30 giorni per esercitare il diritto al ricorso.

Attenzione però, perché l’indennizzo viene erogato solo nel caso in cui il danno patito poteva essere in qualche modo previsto e di conseguenza evitato.

Author: Silvia

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