Tutto quello che c’è da sapere sull’effetto placebo

Spesso i medici, dal punto di vista etico, si ritrovano ad affrontare il problema del dover evitare l’accanimento terapeutico nei riguardi dei pazienti con dolori. In loro aiuto accorre il così detto effetto placebo, che fa leva sulla psicologia del paziente ed e via così l’abuso di farmaci.

Attraverso l’effetto placebo, si prescrive al malato una terapia a base di sostanze che allo stato di fatto non hanno principi attivi specifici. Tale terapia viene spacciata come fosse una classica cura farmacologica. Ovviamente il paziente non è a conoscenza di questa sostituzione, ma psicologicamente si convince di seguire una classica terapia. E di conseguenza ne vanta i benefici.

La psicologia del placebo

Appare evidente che il placebo esperisce in primis i suoi effetti sulla psiche. Si può denotare infatti un meccanismo psicosomatico: il sistema nervoso infatti cosciente del fatto che stia seguendo una terapia curativa mirata inizia a produrre endorfine, ormoni mediatori, in grado di far percepire il dolore in maniera più lieve.

Spesso il paziente si convince così tanto della guarigione, che diventa difficile distinguere l’effetto placebo dalla reale regressione della malattia.

La posizione della medicina e i fattori di applicazione del placebo

La comunità scientifica è divisa a riguardo. Ci sono alcuni radicali che non ammettono l’uso del placebo, altri invece più conciliativo che vorrebbero utilizzare questa tecnica in molti altri casi.

Sta di fatto che comunque, nell’applicazione dell’effetto placebo entrino in gioco alcuni fattori come quelli biologici e quelli legati alla suggestione. Questo vuol dire che quando ci si sottopone ad una cura del genere non è solo il cervello a convincersi della sua efficacia ma anche il corpo stesso.

L’efficacia del placebo

Stando comunque a delle ricerche, in casi di insonnia, emicrania, stipsi, l’uso del placebo è efficace in una percentuale pare all’80%. Tale valore ovviamente può anche calare in base al tipo di patologia che viene trattata. Era di fatto che in molti altri studi è stato addirittura dimostrato che raddoppiare la dose di placebo aiuta a creare un effetto terapeutico che è molto più potente rispetto ad una classica dose prescritta al paziente.

Le ricerche hanno poi messo in evidenza che questa tipologia di cura pio calare anche a fronte di altre patologie come l’artrite reumatoide, l’osteoartrite o l’ulcera peptica. Così come vale anche per pazienti che hanno subito un intervento chirurgico, come quelli di cardiochirurgia, di artroscopia. In tali casi una cura chirurgica apparente (chiamata in inglese sham operation) ha portato ad una ripresa del paziente allo stesso livello di quella vera.

Inoltre è stato dimostrato pure che una qualunque terapia medica, anche alternativa, se basata su un rapporto di fiducia tra medico e paziente ha portato benefici al paziente anche se integrata con un placebo.

Effetti positivi in base all’esperienza soggettiva

In uno studio è emerso anche che il placebo ha o meno effetto in base all’approccio soggettivo che il paziente ha nei riguardi di quella determinata terapia. Anzi, durante l’esperimento il gruppo che ha assunto placebo era consapevole di non seguire una cura terapia, ma ha ottenuto effetti positivi migliori rispetto a chi non sapeva di assumere placebo.

Resta comunque il fatto che il placebo non si collega ad alcun tipo di patologia, ma si utilizza ogni qual volta il caso lo richiede. Il suo effetto comunque coinvolge quindi potenzialmente ogni sistema o organo del paziente.

Author: pamela

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